Nuovo Dipartimento di Scienze Umane
a Losanna
Comunicazione, interazione e coesione sono le parole chiave che sintetizzano la logica dietro alle scelte su cui si è sviluppo il progetto per il Nuovo Dipartimento di Scienze Umane a Losanna. Abbiamo sin dall’inizio voluto immaginare non un edificio ma un luogo stimolante, sostenibile ed aperto.
L’apertura e la connessione sono al centro del nostro design: apertura verso gli edifici Internef, Extranef ed Anthropole al fine di promuovere e rafforzare la connessione e l’identità delle facoltà interessate. Il NDSU vive nel bel mezzo della natura, con e per essa: la foresta, l’estendersi verso il lago e la zona pianeggiante fanno risaltare l’impianto che si integra perfettamente con la natura circostante.
Data 2021
Stato Concorso
Luogo Losanna, Svizzera
Categoria Educazione
Progettare per l’uomo e il suo comfort. E’ stato fondamentale per noi nel processo di progettazione lavorare a fondo sull’analisi dello spazio e della posizione ottimale del nuovo edificio mediante studi bioclimatici ed urbanistici dell’area. Vento e luce sono materiali da costruzione in questo progetto. Il posizionamento dell’edificio nella parte Nord del perimetro di intervento permette di sfruttare i venti prevalenti estivi provenienti da Ovest, canalizzando tale energia all’interno dell’atrio a tutt’altezza realizzando uno spazio completamente privo di climatizzazione ed altamente efficiente.
Al fine di minimizzare l’effetto dei venti prevalenti invernali provenienti da Nord-Est, con il terreno di scavo si è concepita la creazione di una collina di verde con arbusti alti che proteggono l’edificio e lo spazio antistante dal nuovo parcheggio per i veicoli a due ruote e dai rumori prodotti dalla limitrofa Autostrada Losanna-Ginevra. Attraverso lo studio della luce e delle ombre, si è inoltre verificato che la forma ed il posizionamento avessero un impatto ridotto sugli edifici vicini così da non creare ombra sugli stessi.
L’edificio prende ispirazione dalle forme, naturali e lineari, della vicina foresta di Dorigny.
La sua posizione e l’ingombro ridotto garantiscono inoltre la fluidità degli spazi pubblici e la continuità dei percorsi durante il futuro sviluppo del campus a Est. Gli spazi esterni sono veri e propri luoghi di incontro e interazione del campus. I percorsi pedonali collegano agevolmente ed organicamente tutti gli edifici attraversando diverse tipologie di paesaggio, come le grandi piazze con pavimentazione permeabile attrezzate per consentire il confronto e il dialogo tra gli studenti all’esterno degli edifici. Ad Ovest ampi terrazzamenti accolgono i grandi prati che incontrando il nuovo edifico si sfogliano e lo attraversano ricollegandosi armoniosamente con il paesaggio a Est.
Abbracciata dalle colline verdisi sviluppa l’ area pianeggiante degli orti, un luogo didattico e di svago per gli studenti e risorsa di materie prime fresche per l’adiacente mensa del campus. I percorsi carrabili e le aree di sosta per le biciclette ed i veicoli a motore sono stati dislocati perimetralmente all’area di intervento, in modo da preservare ed implementare il benessere e l’accessibilità pedonale. Le specie arboree privilegiano le specie autoctone, con un equilibrio tra latifoglie e conifere, in grado di garantire un benessere climatico degli spazi esterni sia nella stagione estiva che in quella invernale.
Concept Architettonico
L’edificio prende ispirazione dalle forme, naturali e lineari, della vicina foresta di Dorigny. Una pioggia di colonne esili e sparse e la luce che le attraversa, ricreano l’incantesimo di uno spazio tanto attraversabile quanto protetto dai rumori circostanti. Il volume diafano si apre al paesaggio circostante mentre i piani inclinati di verde esprimono apertura ed accessibilità per tutti. Sfruttando il dislivello dell’area di intervento, piani inclinati di verde sfogliano l’un l’altro andando a disegnare uno spazio pubblico dove sia piacevole studiare, lavorare e rilassarsi.
Uno spazio di relazione, condivisione ed incontro che unisca le facoltà e che crei un luogo di identità per il Campus UNIL. Al di sotto di questi piani di verde, si celano gli spazi dedicati alle sale conferenze, al foyer ed alla hall di ingresso a tutt’altezza. Entrando nella hall alta 32metri, l’apertura, la trasparenza e la leggerezza della pioggia di esili colonne bianche schermanti la grande scala laterale, si contrappongono alla robustezza ed alla matericità del blocco servizi / ascensori in cemento armato faccia vista che si staglia fino al grande lucernario vetrato. Tra di loro, luce, trasparenza e permeabilità esterno/interno accoglieranno studenti, personale e visitatori dell’edificio al loro ingresso.
Il comfort è probabilmente il fattore più importante per la salute e il benessere delle persone e tutti i materiali presenti negli ambienti interni di un edificio hanno un impatto sul comfort degli occupanti.
Al fine di preservare il paesaggio e permettere futuri sviluppi del Campus verso Est, l’ingombro dell’edificio è ridotto al minimo. Al di sopra dei piani inclinati di verde, si staglia il volume principale caratterizzato da una foresta di colonne che schermano, come fronde di alberi, un’architettura vetrata altamente performante e che riflette le continue mutazioni del paesaggio circostante. Il nuovo edificio diventa una parte naturale di un insieme di edifici autonomi ma connessi dal grande spazio pubblico di scambio e coesione. In tal modo, si è creata una connessione aperta tra gli edifici del Campus, la città e gli utenti del nuovo edificio. La trasparenza che caratterizza l’architettura prosegue negli interni, in cui più funzioni possibili sono collegate visivamente. Il piano terra è stato progettato come un vivace luogo di incontro che media il passaggio tra spazio costruito ed ambiente naturale esterno.
E’ previsto un ristorante con un refettorio da 150 posti, due cucine self-service per la preparazione di pasti da parte dei studenti ed uno spazio esterno riparato dalle esili colonne disposte in maniera apparentemente randomica. Il ristorante è un luogo dinamico e flessibile: da spazio aperto dove gli studenti consumano il pasto nell’orario stabilito a luogo di studio informale, sia individuale che di gruppo. Il piano 1° ospita la hall della facoltà in uno spazio completamente proiettato verso la natura circostante grazie alle ampie vetrate che lo racchiudono. Dal piano II° al 6°, abbiamo progettato un anello servente divisibile in modo flessibile intorno allo spazio centrale a tutt’altezza, dove sono state collocate le aule didattiche e gli uffici. Non ci sono corridoi e vicoli ciechi ma spazi e luoghi di scambio distribuiti su tutti i piani e collegati visivamente l’un con l’altro promuovendo così un senso di unità. L’apertura consente alle persone su piani diversi di individuarsi a vicenda e promuovere la panoramica e l’orientamento, oltre a consentire l’ingresso e la diffusione di un’ondata di luce naturale nell’edificio.
Materiali Locali
Per la struttura portante si è scelto di utilizzare il calcestruzzo armato. Questa scelta è stata dettata dal voler impiegare un materiale facilmente reperibile localmente e che non avesse un impatto ambientale eccessivamente elevato. Inoltre, tutti gli elementi esterni aggettanti in calcestruzzo, saranno prodotti utilizzando il sistema della prefabbricazione che consente di contenere l’impronta CO2 e quindi di diminuire l’energia grigia intrinseca dei singoli elementi e dell’edificio nel suo complesso. Questo metodo favorirà la velocità di esecuzione dell’opera, la cantierizzazione e diminuirà inoltre l’inquinamento legato alla gestione del cantiere e alla realizzazione dell’edificio. La tipologia costruttiva prevede una fondazione a platea gettata in opera su pali e armata con maglia bidirezionale in barre d’acciaio. Gettati in opera saranno anche i pilastri del piano interrato, prefabbricati quelli che impostano dal piano terreno in su. Questi ultimi avranno diametro compreso tra 40 e 60 cm e saranno disposti secondo una maglia strutturale regolare basata su moduli di 8 m di luce.
I due nuclei, con funzione di distribuzione verticale e di servizio, saranno in calcestruzzo armato gettato in opera. Le partizioni orizzontali interne, di spessore totale pari a 70 cm, sono state concepite come elementi con intradosso in calcestruzzo faccia-vista. Le parti di solaio in aggetto esterno sono state pensate come elementi prefabbricati con una profondità di 150 cm. Questi elementi saranno ancorati puntualmente ai bordi delle solette dei solai interni permettendo l’alloggiamento di materiale isolante per limitare i ponti termicie formando una coronamento esterno lungo tutta la facciata a cui si ancoreranno le bacchette in alluminio riciclato. Il nuovo edifico non ha una facciata convenzionale.
Tutte le funzioni di una facciata – luce e vista per gli utenti, protezione dal sole e dalla pioggia, stabilità e struttura – sono ugualmente e attivamente coinvolte nel modellare l’esterno dell’edificio. Convenzionalmente, alla protezione dalla pioggia e dal sole e persino alla struttura viene assegnato un ruolo architettonico subordinato. Nel progetto abbiamo integrato tutte queste funzioni in un sistema lineare e tridimensionale, il cui allineamento verticale segue la gravità, come la struttura e l’acqua piovana. Il sistema è completato dagli elementi a sbalzo orizzontale che generano un tessuto ortogonale e addolciscono la matericità del vetro.I tondini a sezione circolare che corrono verticalmente lungo la facciata a tutta altezza saranno elementi in alluminio riciclato e fungeranno anche da raccolta dell’acqua piovana. Questa scelta consentirà di utilizzare un materiale leggero e resistente la cui impronta di energia grigia verrà abbattuta scegliendo solo elementi prodotti partendo da materiali di recupero.
Anche per la scelta dei rivestimenti interni si è fatta particolare attenzione ai materiali e alla loro impronta di energia grigia. La pavimentazione dei piani 0 e -1 sarà in cemento, mentre quella dei piani superiori in legno,materiale sostenibile e di provenienza locale. L’insieme di queste scelte farà in modo che l’edificio centri gli obiettivi della «Société à 2000 watts» e rispetti il protocollo SméO.
Ventilazione mista: Attiva e Passiva
La “ventilazione mista” prevede il massimo sfruttamento della ventilazione naturale all’interno dell’edificio al fine di minimizzare lo sfruttamento della ventilazione meccanica, limitandone l’utilizzo alle stagioni più estreme. Le analisi delle condizioni climatiche annuali di Losanna dimostrano che la ventilazione naturale riesce a garantire un raffrescamento passivo adeguato non richiedendo un eccessivo utilizzo dell’aria condizionata. Il layout interno degli uffici, organizzato in stanze disposte sul perimetro della facciata e non caratterizzate da un’elevata profondità, risulta altamente efficiente per il potenziale della ventilazione naturale. Ogni stanza ha la possibilità di avere pannelli in facciata apribili verso l’esterno, controllati manualmente da ciascun utente. Un sistema elettronico indica se il pannello della finestra può essere aperto o meno, in relazione alle condizioni climatiche esterne. Nell’eventualità che una finestra venga lasciata accidentalmente aperta di notte, in condizioni climatiche avverse, il sistema può individuare tali finestre “aperte” e avvisare gli addetti alla gestione di chiuderle. Pertanto, questa proposta crea una soluzione progettuale in grado di interagire con l’ambiente, offrendo all’utente finale un alto livello di controllo. Inoltre, il sensore elettronico installato sulle finestre è in grado di disattivare l’impianto di climatizzazione qualora sia funzionante con la finestra aperta. Ciò elimina il rischio di eventuali sprechi di energia.